martedì 27 gennaio 2015

Giornata della memoria


Foto tratta dall'enciclopedia Treccani on line. Shoah: numero stimato di ebrei alla vigilia della seconda guerra mondiale (in nero) e numero stimato delle vittime (in rosso).

Ieri, quasi per caso, mi sono imbattuta in un testo che metteva nero su bianco pensieri che ho sempre considerato come miei. Vi è mai capitato? A me poche volte, però devo dire che
è una sensazione piacevole. Con questo autore condivido il come possa essere risolta la questione palestinese, e non è poco.

Il testo è di Herbert Pagani artista poliedrico, impegnato, colto e... decisamente poco conosciuto. Un vero peccato. Herbert Pagani era un ebreo italiano nato a Tripoli, Libia, nel 1944 e poi espulso nel 1952. Da italiano tornò in Italia e poi girò l'Europa. Non copio e incollo il suo testo. È un po' lungo e poi ho trovato un video (6 minuti) in cui l'autore stesso legge con enfasi la sua Arringa per la mia terra. Sotto il video c'è il testo per cui... a voi la scelta.

L'immagine che ho scelto dice il vero ma non dice tutta la verità. Nei campi di sterminio non persero la vita solo gli ebrei. Trovarono la morte anche Rom, Sinti, omosessuali, ma anche i Testimoni di Geova, i comunisti, i Pentecostali e un gruppo ampissimo denominato Untermensch dalla lucida follia nazista. Untermensch in tedesco significa sub-umano, cioè queste persone, ai loro occhi, non erano nemmeno considerati essere umani. Erano i non-ariani. Tutte le popolazioni slave, polacche, russe e bielorusse... tutte Untermensch, se poi erano pure ebree era una coincidenza che confermava la tesi. Non mancarono i malati di mente o handicappati a essere sterminati per "fare pulizia". Non erano abili al lavoro...  E infine tra le vittime mi sento di inserire anche i tedeschi che per anni sono stati additati come complici attivi di tutto. Non nego che non siano esistiti nazisti convinti di essere nel giusto. Tuttavia ricerche storiche hanno documentato come furono in tanti a cercare di contrastare il sistema, a rischiare la propria vita per salvarne altre già condannate a morte. E di questo è giusto darne atto.

Qualcuno potrebbe chiedere "a noi che siamo cattolici cosa può importare degli ebrei?" in questo caso, ma anche dei musulmani o di qualsiasi altra fede. Ci importa eccome. Innanzitutto condividiamo il genere umano e non dovremmo dimenticarlo mai. In secondo luogo prima di provocare dovremmo sempre considerare che l'intolleranza,- evidente, celata o ipocrita che sia - produce solo frutti avvelenati. Anche quella dei piccoli gesti? Certo. Anche quella delle battutine, degli scherzi? Sicuro. La violenza non risolve i problemi di tutti, semmai li moltiplica e li complica. La reciproca conoscenza, la tolleranza e la condivisione hanno più chance di riuscirci.
Lo ripeto perché di questa cosa ne sono assolutamente certa: se l'un l'altro di guardiamo per 5 minuti troviamo subito un motivo per temere il peggio di chi abbiamo di fronte. Se invece di concediamo più tempo per conoscerci meglio molte paure spariscono come bolle di sapone. Alla base del pregiudizio c'è l'ignoranza; alla base del rispetto e della convivenza pacifica c'è la conoscenza.

1 commento:

  1. occorre seminare tolleranza per veder fiorire la pace.
    e questo tuo articolo è un bel semino di pace :)

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