martedì 2 maggio 2017

Aprile se n'è andato...


Circa 20 giorni fa mi sono ritrovata ad ordinare la mensola dei libri vicino al letto. Dovevo solo spostare quelli letti da una parte e lasciare lì gli altri. Ma al quarto "non completato" mi sono preoccupata.  Un tempo era semplice trovare il tempo anche per leggere. Era sufficiente concedersi un giorno libero dopo un impegno importante per completarlo. Lo iniziavo durante una pausa: sul bus, sul treno, sulla nave, in sala d'attesa, dopo aver lavato i piatti, prima di dormire, nel bel mezzo di un attacco di insonnia... e così le pagine scorrevano. 

A volte accelero perché voglio sapere "come andrà a finire", altre volte "perché 'sto libro non lo sopporto più!" e voglio passare ad altro. Altro testo dello stesso autore (sono una lettrice seriale... sempre meglio di essere killer), altro genere perché variare fa bene. Però, trovare ben quattro libri "non completati" fa un po' impressione. 


La verità è che sono stanca, anzi stancata, continuamente interrotta e interpellata... in un modo così sottile che non posso dire di no. Il pomeriggio perché sono una madre attenta, premurosa e bla bla bla... di un adorabile terremoto dalla magnitudo variabile, che ora più che mai ha bisogno dei suoi genitori. La mattina perché sono un'insegnante precaria e "non puoi dire di no". Ed è un ricatto bello e buono. Un giorno? Sì, grazie. Due giorni? Sì, grazie. Un giorno? Sì, grazie. Cinque giorni? Sì, grazie (che sorpresa!). Finalmente un orario: oggi saprò cosa farò domani. E poi di nuovo... un giorno? Sì, grazie. Tre giorni? Sì, grazie... e ricordati sempre di ringraziare, perché potevano anche non chiamarti... e te lo dicono pure! Perché sono sgraziatamente sinceri e quella è la nuda, ma soprattutto, cruda verità.

Quattro mesi così sfiancano. E sapere che ci "sono passati tutti" non mi consola nemmeno un po'. E se osserviamo la faccenda dal punto di vista dei bambini, tutto è più chiaro. Perché insegnare non è un lavoro come un altro. Vi cambiano il salumiere?... il prosciutto ve lo danno lo stesso. La commessa non è quella di un mese fa? Non vi cambia la vita. La vostra maestra non c'è? Panico in I B! PERCHE' non c'è?! Non lo so... PERCHE' non lo SAI?! Le maestre sanno tutto!!!

Fare la maestra è un lavoro da artigiani: si lavora con la mente, con il cuore e con le mani. Ci vuole pazienza, competenza, creatività, rispetto e molta capacità di adattamento. E dopo più di cinquanta classi in meno di quattro mesi e qualcuna davvero terribile che si impegna a complicarti la vita (ma io sono più tosta e rilancio, tiè!)... adesso sono a riserva, ma non mollo. Maggio: io non ti temo!

Così, due settimane fa ho deciso di riprendere a leggere mettendo in pausa qualche impegno. "Terroni" di Pino Aprile: l'ho aperto e ho e (ri)cominciato a leggere... perché Salvemini lo dice sempre: Non abbiamo il diritto di essere pigri!

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