mercoledì 3 febbraio 2016

Are you improving your English?



"English is the international language! Come on girls... repeat!". Così ci fece gridare a squarcia gola, per tutto il giro di Malta, quel furbone di un tassista. A onor del vero non aveva a cuore il nostro inglese, quanto il suo tassametro. Dall'hotel Les Lapins a San Julian ci mise 35 minuti... A conti fatti il corso d'inglese più breve, scarno e costoso della mia vita (a cui ho assistito mio malgrado). Mia sorella lo dice sempre: il miglior amico delle ragazze è  Google Map, "i diamanti possono attendere".

"Dà... ma come si fa a migliorare l'inglese?". Credo sia la domanda che mi viene posta più di frequente. Questioni professionali. Prima istintivamente rispondevo "studiando..." rattristando bruscamente la conversazione. Davvero! Non so s'è perché sembro troppo diretta o se non piace la risposta. Allora da un po' di anni... aspetto e poi rispondo con una domanda. Lo so, è poco elegante, ma funziona...
"Come faccio ad abbronzarmi?" La domanda un po' spiazza, ma detto da una mozzarella come me non sorprende... sembra un problema reale.

"Per abbronzarti, che domande, devi metterti al sole!". E senza saperlo cascano nella rete della metafora che avevo in mente. Perché da lì  comincia un lungo scambio di domande e risposte, precisazioni e consigli... sull'abbronzatura "ovviamente" o quasi.
Da cui si capisce che non bastano 5 minuti al giorno, meglio 2 ore. Aggiungendo norme di buon senso tipo  "non posso mettermi subito 8 ore al sole... si rischia l'insolazione", ci vuole gradualità! Oppure l'autoabbronzante non è un sistema ottimale! Bisogna mangiare tante carote... bere tanta acqua! Metterti in costume... mettere la crema regolarmente, stare distesa su di una asciugamano... per ore...girandosi ogni tanto per lato. Come gli hamburger...

Gestita così l'abbronzatura sembra quasi un lavoro... Perché è brutto essere abbronzati a metà. "E poi che te ne fai di un'abbronzatura presa male!?!". Risposta: "La stessa cosa di una lingua povera di parole, scarsa verbi d'uso comune e senza la libertà di dire quello che pensi per davvero". Touché!

Tutti conoscono la frase "the book is on the table". E tutti la ricordano con fastidio. Qualcuno addirittura la odia. Personalmente non capisco tanto disprezzo. Invece io la  considero un punto d'inizio, una sorta di trampolino di lancio. A guardarla bene è l'immagine di chi si appresta a studiare, approfondire, ripassare o esercitarsi. Quello che non si vede, che cambia da persona a persona, è l'interesse e l'attenzione dello studente. Perché, come per l'abbronzatura, non può fare tutto il sole... o no?

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