martedì 2 dicembre 2014

Sogno di sog-giorno di mezza estate...




"Guarda! Noi Anitra-WC! Loro Duck-WC! Non è fantastico?! E poi ho trovato questo: Maestro Limpio!!!"
"Molto interessante! Sinceramente mi aspettavo un Mr. Clean..."
"Anch'io! E poi questo nome... Maestro... stranissimo!"
"Forse lo hanno fatto per ragioni fonetiche. Mastro sarebbe diventato Mestro o peggio..."
"Mostro! Ahahah! già come Malta che si dice Molta! Vero! E tu cosa hai trovato?!"
"Ho trovato la famosa Campbell tomato soup...musa ispiratrice di Warhol e questi: spaghetti in scatola!"
"Raccapricciante!!!"
"E senti come li propongono: ottimi per toast al formaggio, ancora più semplici da spalmare!"
"Da spalmare?!?! Bleee!!! Mica li compri?!"
"No, per certe porcherie basta una foto!"
"Ben detto!"

E sì! perché due studentesse di lingue, all'estero, in un centro commerciale, come anche in un piccolo supermercato, non fanno shopping...


Il cestino che si trascinano dietro è solo per non dare troppo nell'occhio. Sono a caccia di scoperte culturali, di conferme o smentite di racconti di seconda, terza, quarta! mano sulle abitudini del popolo che le ospita. Sono alla ricerca del finto Made in Italy prodotto a Liverpool e di articoli Made in UK che in Italia costano enormemente di più. E non è raro vederle scattare foto agli scaffali, arraffare volantini pubblicitari da leggere con calma più tardi, e visto che ci sono, approfittano degli sconti. Mica sceme?! Smart price significa "portami a casa, baby!".

Erano settimane che ci studiavamo, ma quel pomeriggio al Tesco - il nostro supermercato preferito - ci siamo rivelate per quello che eravamo: delle language addict, ma solo per l'inglese (che ha un debole per le lingue). Tranquilli, non è una malattia... è una mania, una passione morbosa, a dirla tutta una vera dipendenza, ma benigna - nel senso che non fa male agli altri - che spinge chi ne è affetto a saperne sempre di più. Detta così sembra una cosa semplice da gestire. Sembra. La triste verità invece è più complessa. La nostra fissa è collezionare "atti linguistici autentici", che sarebbero le espressioni reali dei parlanti nativi... e tra di noi ce li regaliamo, come fossero biscotti appena sfornati.

Volete un esempio?! "Come si dice inversione di marcia in inglese?" "bho, c'entra la u?" "sì...." "???", "si dice U Turn!", "Siamo sicure?!" , "L'ho scoperto la scorsa settimana grazie ad una signora gallese!", "grandioso!" e così via.

Non sono interrogazioni a sorpresa! Ci piace fare la domanda, sentire o condividere la risposta. A me sembra quasi una coccola. Come una mamma che controlla se hai il fazzoletto pulito in tasca, e nel caso ne mette due... non si sa mai. Una coccola? Certamente! Mentre prima avresti disegnato la scia curva di un aeroplanino, adesso hai in testa l'espressione corretta, appropriata al contesto. E quando la userò penserò a Mary, alla nostra giornata al mare, e ancora una volta le sarò grata.

Forse qualcuno si chiederà dove stia la parte divertente e appagante di questa mania. Non so di preciso cosa provi Mary quando parla o ascolta un anglofono, ma io quando ascolto e capisco, parlo e sono compresa ho un brivido. Veramente. Sentire una bella canzone e capirne il testo, ogni singola parola, anche quelle pronunciate in fretta. Riconoscere un accento, capire la licenza poetica utilizzata... è elettrizzante. Forse qualcuno esulta per un goal della nazionale, ha un brivido portando l'auto al massimo, risolvendo un rompicapo, non so. Per me è sempre lo stesso, attesissimo, brivido.

Delle volte però è anche frustrante. Quando non capisci, peggio ancora quando non ricordi. Che tristezza! Le lingue vanno coltivate ogni giorno. Purtroppo dietro un livello di comprensione così sensibile c'è tanto lavoro. Ed è un lavoro effimero: dura pochissimo rispetto all'energia necessaria allo scopo. Ma questo non vuol dire che non ne valga la pena.

Ma torniamo al sogno di un soggiorno di mezza estate.
Mary innocentemente mi ha chiesto "ah se ci fossimo conosciute prima! Saremmo rimaste in UK un altro po'?!", "(insieme) almeno altre 5 settimane :-D !!!". " E cosa avremmo fatto?!" "Che ne so, il giro del regno in 80 giorni?". "E cosa avremmo fatto? Dove saremmo andate?! E soprattutto...  con quali soldi?!". Il vile denaro... sempre lui, sempre a mettere i bastoni fra ruote!

"Beh, avremmo potuto vendere la "cosa" più preziosa in nostro possesso...", "Dio mio! Non vorrei arrivare a tanto per un soggiorno di studio!" ,"Ma io pensavo al nostro Know how, il nostro sapere scientifico e umano; e tu che avevi capito? L'amica chips? Come tutte le patate quella è sempre e solo un contorno!". Ah! Fa lei, esprimendo ad un tempo lo stupore per la "cosa" e il sollievo per la stessa.

"Ma ti ricordi dove eravamo? Tramezzino-City nel  4-salti-in-padella-Shire! In questa terra ospitale la cosa più elaborata che ho mangiato è stato il pane all'aglio (trattasi di bocconcini di pane pre infornati spennellati di olio e aglio in granuli; ne vanno pazzi)! Elaborato perché per farli ti tocca accendere il forno! In questa terra di mamme moderne che per far prima preparano e congelano i panini dei figli per settimane... vuoi che non ci sia spazio e business per due cuoche a domicilio? Un passaporto italiano è una garanzia e mezzo curriculum!"
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"Ti preparo una carbonara come non l'hai mai mangiata... con l'uovo! (Purtroppo io ne mangiato una cotta al microonde in cui l'uovo non figurava tra gli ingredienti... né per i tagliolini né per la salsa; cosa avrò mangiato? Boh).
Ti preparo (e ok... puoi congelarle... ) tutte le salse che vuoi e che conosco... così il ketchup si riposa qualche giorno.... Ti preparo le tagliatelle all'uovo, te le impasto qui e ora... e se insisti ti preparo pure le lasagne per Natale, quattro risotti diversi, i ravioli e i cavatelli!" Tutto per vile denaro, ovviamente. Che avremmo prontamente investito.

Avremmo assoldato le host mum come nostre promoter, le avremmo ricompensati con le provvigioni. E poi avremmo tenuto occupate, pagando, le nostre stanze anche in nostra assenza per viaggiare leggere. Home sweet home, in UK too.

Visto che questo è un viaggio immaginario ogni soluzione, letterariamente, funziona alla grande. Però non nego che queste proposte sono tutte fattibili. Chi affitta a studenti la propria casa lo fa perché è una persona disponibile e aperta. Esistono casi in cui si accolgono studenti per far cassa, ma non hanno tariffe da b&b. Queste famiglie sono legate alle scuole di lingua che possono cambiare sede allo studente dietro sua richiesta motivata, scrivere una nota negativa sulla casa e non far più arrivare nessuno studente. E loro lo sanno.

Sono dei luoghi sicuri, dove puoi trovare dei coetanei, dei teenager o dei bimbi più piccoli. E poi c'è da dire che in ogni casa c'è sempre una mamma: parla inglese ma ti chiede lo stesso dove sei stata e perché hai fatto tardi visto che la cena è pronta....  :-) Sono certa che avrebbero continuato a fare tutto il possibile per realizzare i nostri programmi, consigliando e motivando ogni scelta. Lovely.

"E dove saremmo andate? Stonehenge?"
"Certo! Non sono mica "quattro pietre" come dice qualche profano... Che Dio lo perdoni!"

"E a Abbey Road, a Londra?"
"Certo! Alla ricerca delle strisce pedonali più famose del mondo, quelle dei Beatles! Ma molto di più: alla ricerca dei luoghi cari ai nostri scrittori preferiti, dei musei più strani, a Greenwich, nei castelli in Scozia e a Dublino! E poi, quasi fosse un pellegrinaggio, tornerei volentieri a casa di Shakespeare (e di sua cugina*!) a Straford-upon-Avon"

"Che bello! Partiamo?"
"E che problema c'è? Preparo la valigia, prendo la scopa e passo a prenderti."
"Ok, ti aspetto...".

*A Stratford ci sono cinque case legate allo scrittore: quella in cui nacque, quella materna, quella in cui visse con sua moglie, più altre due case che non si sa perché ma sono in qualche modo legate a Shakespeare. Con le ragazze abbiamo avanzato le ipotesi più strambe: qui festeggiava il Natale e lì la Pasqua, qui faceva le prove generali e lì custodiva i costumi di scena... Sicuramente non era fondamentale visitarle tutte, ma il biglietto era unico per tre o cinque case. Noi ne abbiamo viste tre, il tempo a disposizione non era tantissimo, alcune erano fuori città, e poi non volevamo cedere a questa trovata più turistica che altro. Alla fine abbiamo pure scherzato sul tour e ci siamo chieste che fine avessero fatto le case degli altri parenti: dove stava la suocera? E i figli? Le cognate? E infine: dove abitava sua cugina...?

3 commenti:

  1. Quanti bei ricordi... ma hai scordato il panino con salse strane (il pranzo a scuola era sempre un incubo!)..e gli spaghetti confezionati con il pollo al Tesco....che quando scartavi a casa il pollo per mangiare prima la pasta e poi la carne ti dicevano che si mangiavano insieme....e le patate si mangiano non pelate....
    Ricordo pure lo scaffale della Twinings in tutti i sapori, aromi immaginabili. E la chiesa per tutti i culti accanto al centro commerciale :)

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  2. Non, non li ho dimenticati. Scrivo da logorroica e quindi ho il problema di selezionare. Next posts. Ti ricordi la cena con gli host parents per la consegna dei diplomi? Tenendo la sinistra abbiamo scoperto un ingresso diverso della nostra scuola! E durante la cena la tua host mum, vedendomi mangiare "patatoes with skin" con naturalezza, ti ha gelato con lo sguardo e ti ha detto "visto che c'è qualcuno che le mangia senza fare storie!". E tu a me, soltanto scuotendo la testa, "ma come caspita fai a mangiare QUALSIASI cosa ti mettano nel piatto?
    Mary, purché non si muova... perché non mangiarlo? :-P

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  3. Ostinatamente diceva che hanno un sacco di nutrienti....cotti a 100° poi me li cerca 'sti nutrienti....bah! Mangiano solo male...

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