<< Buon giorno, mi hanno detto di venire qui. Ho
ricevuto questo.
<<Buon giorno. “Si invita la Signoria Vostra a
presentarsi presso i nostri uffici della Repubblica Italiana. Lei è stato
segnalato per la partecipazione ad uno stage formativo. Se risulterà idoneo
riceverà un kit essenziale alla riuscita del progetto medesimo. Distinti
Saluti” ecc… Sì, è nel posto giusto.
<< Di cosa si tratta? Ci deve essere un errore; io ce
l’ho già un lavoro…
<< Gentilmente, può dirmi se sono sue queste
dichiarazioni? “Lavoro
perché ho un grande desiderio di fare, di partecipare. Questa è la motivazione
principale che mi permette anche di fare una vita interessante. Sicuramente è
più interessante essere impegnato, fare delle cose piuttosto che vivere in
vacanza tutto il tempo”; “Molti giovani non colgono le tante possibilità di lavoro che
ci sono o perché stanno bene a casa o perché non hanno ambizione” e “Ci sono tantissimi lavori
da fare, c'è tantissima domanda di lavoro, ma manca proprio l'offerta. Certo,
io sono stato fortunato ad avere molte opportunità, ma quando le ho viste ho
saputo anche coglierle”?
<< Sì, l’ho detto.
<< E queste: “E' meglio essere ottimisti e guardare avanti in maniera reale”
e “le opportunità
esistono più oggi che una volta e sono enormi. Una risposta alla disoccupazione
giovanile, ad esempio, può essere quella di creare delle attività in
proprio”?
<< Sì, ma che c’entra?
<< Mi conferma di avere espresso queste frasi
durante di un incontro con 600 ragazzi italiani a Sondrio lo scorso 14
febbraio?
<< Sì, e allora?
<< ??
<< Date le sue recenti dichiarazioni mi duole
informarla che si configura il reato di “vilipendio all’orgoglio dei giovani
cittadini della Repubblica italiana”, reato punibile, in via del tutto
eccezionale, con uno stage formativo di equità sociale.
<< Ma io quelle cose le ho dette per dire giusto
qualcosa, mi hanno dato un microfono in mano e ho parlato a braccio.
<< Beh, parlare a braccio va bene, ma sparare… a zero
sui giovani italiani, visti i tempi che corrono, è immorale. Oggi questo
comportamento è punito dalla legge italiana. E la legge non ammette ignoranza.
<< Ma quale legge? Io non ne so niente…
<< Questa legge di iniziativa popolare ha avuto un
iter lunghissimo. Un dibattito che possiamo far risalire persino alle battute
fuori luogo della regina Maria Antonietta di Francia, ingiustamente accusata di
insensibilità. Pensi: l’orrenda frase fu scritta da quel buontempone di
Rousseau prima ancora che la Regina di Francia nascesse. Maria Antonietta non
disse mai “se non hanno il pane, che mangino le brioche”. Eppure sappiamo tutti
la fine che ha fatto e come ancora oggi sia biasimata. Ma qui il caso è
diverso: lei riconosce di avere detto quelle cose e la legge di iniziativa
popolare, approvata dal parlamento
italiano con il decreto 201/2011, detto “Salva Italia”…
<< Ma io non ho tempo per le lang lung… della
giustizia italiana!
<< Lungaggini?!
<< Yes, it’s. Io non ho tempo per queste cose. Io devo
lavorare, produrre…
<< Si capisce. Mi lasci finire, però… L’Alta corte di
giustizia ha stabilito che il vilipendio all’orgoglio dei giovani cittadini
della Repubblica italiana si configura non come un vero e proprio reato, ma
come un consiglio espresso male. In effetti le sue affermazioni volevano avere
come finalità quella di spronare…
Spro-na-re?
Incoraggiare… i nostri ragazzi. Per tale ragione non
sembrava coerente addebitarle un’ammenda.
Am- men-da?
Una multa… che avrebbe certamente pagato senza problemi. Non
era neanche giusto punirla con la reclusione…
Re-clu-scio-ne?
Reclusione… trattasi di galera, arresto, gatta buia, stare
al fresco… mi perdoni, ma per lei l’italiano sembra essere una lingua
straniera! Come fa ad avere il passaporto italiano e non conoscere il nostro
amato idioma… oh Dio mio che ho detto!?! La nostra amata lingua! Dove eravamo… ah
sì, la reclusione. Dunque non va in galera neanche un giorno e non paga un euro
di multa. Contento?! Spero di sì. In fondo, lei voleva… incoraggiare i nostri
giovani. E cosa c’è di più educativo dell’esempio? Nulla. Per questa ragione
l’Alta corte e il MIUR hanno creato il progetto “italiano medio” e lei, da questo
momento ne farà parte. Ecco i suoi effetti personali.
<< ??
<< Le sue COSE! Abbiamo: un passaporto italiano, uno
cellulare di ultima generazione.
<< E il portafoglio?
<< Non si preoccupi, non glielo abbiamo rubato. Al
momento è sotto procedura. Mi sorprende che non abbia con sé le chiavi della
sua auto e il passaporto americano.
<< Sono venuto con l’autista.
<< Ah l’autista… mi scusi un attimo. Pronto? Procedura
“Autista”, grazie.
<< Ho rinunciato alla cittadinanza americana tempo fa…
<< Che sbadato, l’avevo dimenticato. Dunque questo è
il suo passaporto italiano. ZAC ZAC ZAC… ecco, questi sono coriandoli di
passaporto italiano, a lei.
<< Ma cosa fa? Così? E perché?
<< Come perché? In un qualsiasi momento di sconforto
potrebbe venirle in mente di emigrare all’estero. Non lo faccia, renderebbe
vano… inutile il nostro progetto. E adesso il telefono.
<< No, il mio iPhone 6, è tutta la mia vita!
<< Appunto. Non sia sciocco: non si possono fare i
coriandoli con un telefono… ma con le sim card sì! ZAC ZAC ZAC… ecco fatto.
Così non avrà più modo di entrare in contatto con tutta quella gente influente
che frequentava fino ad un quarto d’ora fa. Per lei abbiamo questo cellulare
basic: un vecchio modello di seconda mano senza sim card. Dovrà, come ogni
italiano medio, scegliere la tariffa per lei più conveniente. Mi permetto di
darle un consiglio: legga anche le informazioni degli asterischi, quelle
scritte in piccolo per capirci. Non si preoccupi, dal suo iphone 6 elimineremo ogni dato sensibile e sarà venduto
con incanto… all’asta, per poter finanziare il progetto. Ecco il portafoglio…
<< Ma questa non è la mia carta d’identità! Non mi
chiamo Giovanni La Cane. E non sono nato a Napoli. Ma cos’è uno scherzo?!
<< Assolutamente no. Se mi lascia finire le spiego
tutto. Le abbiamo dato una nuova identità. Parteciperà al progetto sotto mentite
spoglie. Ricorda Giovannino Rossi? Lei sarà Giovanni La Cane. Abbiamo
italianizzato il nome, addirittura con un errore dell’ufficio anagrafe,
fortemente voluto dal sottoscritto, per aiutarla ad immedesimarsi meglio nell’italiano medio e per essere sicuri che
abbia un cognome unico.
<< Ma cosa c’entra il cognome ora?
<< È opinione diffusa che in Italia puoi avere tutti i
talenti che vuoi, ma se non hai il cognome giusto nessuno ti prende in
considerazione. Maldicenze, senza alcun dubbio. La gente confonde la
coincidenza con la raccomandazione. Che gretti!
<< Ma perché proprio a nato e residente a Napoli?
<< Sa, Napoli è una bellissima città del sud Italia,
ricca di storia, di monumenti, di intelligenze, talvolta di eccellenze… non per
vantarmi, ma è la mia città… eccellenze che tuttavia faticano ad emergere
perché vittime di pregiudizi ahimè diffusi. Come se nascere nel sud Italia
fosse indice di incapacità o inefficienza! A lei la sfida di dimostrarne il
contrario. Certo, lei non è del sud Italia, ma i suoi documenti dicono di sì. E
questa è la lista delle prove a cui deve sottoporsi.
<< “Cercare un lavoro regolare a tempo determinato che
superi 12 mesi. Cercare una casa in affitto con regolare contratto. Riuscire a spedire
un libro con la tariffa “piego di libri” all’ufficio postale. Acquistare un
motorino a rate con lo stipendio da precario. Stipulare una polizza
assicurativa per il motorino che sia vantaggiosa”. Ma, io?
<< Sono cose che fanno abitualmente i nostri ragazzi! Darà
grande prova di sé! Finalmente i nostri ragazzi avranno un esempio luminoso! Mi
creda: sarà esilarante vederla alle prese con l’assicurazione per la polizza richiesta
con i dati anagrafici che si ritrova! Per quanto riguarda il lavoro non faccia
il furbo: non provi a presentarsi nelle aziende di cui oggi lei è
ex-proprietario. Come può vedere dalla tessera nel suo portafoglio l’abbiamo
iscritta alla FIOM, e lei sa perfettamente cosa questo comporti. Ma era giusto
darle una tutela sindacale. Perfetto! Adesso lei è un italiano medio: non ha un
lavoro, non ha parenti o amici influenti che possano aiutarla, non ha una casa
di sua proprietà, non ha che le 250 € che le abbiamo generosamente lasciato…
<< E le mie carte di credito?
<< Tutte bloccate, ragioni di sicurezza. Gliele
abbiamo lasciate come souvenir. Abbiamo portato i suoi vestiti in un albergo a
due stelle con bagno nel corridoio, ma vista sul Colosseo. E questi sono due
biglietti dell’autobus. Si sbrighi: il 12 passa ogni 40 minuti…
<< Ma io ho l’autista che mi aspetta giù nel
parcheggio.
<< Aveva l’autista. Giovanotto! Da oggi si va a piedi
o con i mezzi. Non si preoccupi per sua moglie e i suoi figli: loro continueranno
a fare la bella vita di prima. Lo ha stabilito l’Alta corte: non è giusto che
le colpe dei padri cadano sui figli. Adesso, vada pure… e si ricordi: se non
trova un lavoro da dipendente che la soddisfi, può sempre mettersi in proprio…
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