domenica 1 aprile 2018

Buona Pasqua...


Mi sono accorta che ciclicamente molte persone abbracciano un'idea, un ideale in maniera anche forte e poi, dopo un po', lo abbandonano solo a se stesso... tanto ci rivediamo l'anno prossimo! Questa cosa io la chiamo l'etica ciclica, cioè quelle cose che vanno bene un tal giorno ma non in un altro. Come per i cappotti insomma. 

E così a Natale abbiamo tanto a cuore la pace nel mondo e l'accoglienza. Sì, ma solo di Gesù, e quel momento di bontà universale dura davvero poco, al massimo fino all'8 gennaio: Natale è passato, smontiamo il presepe e passiamo ad altro! E così lo spirito natalizio lascia spazio ai pensieri più vari, anche quelli xenofobi. Che c'è? Siamo a gennaio e finalmente possiamo essere noi stessi! Il fatto è che proprio non ce l'abbiamo nel cuore il concetto che per accogliere qualcuno dobbiamo "farci un po' più in là". E se pensate che la povertà non esista più, ascoltate l'appello di Fratel Biagio Conte a Palermo e prendete spunto per una vita diversa.

A Pasqua però si cambia registro. Non c'è il freddo natalizio che impone l'accoglienza. C'è la primavera con i suoi colori, c'è l'aria mite, ci sono le nascite di tanti piccoli animali così carini (il pulcino, il coniglietto, l'agnellino...) che impongono la tenerezza e la non - crudeltà come valori indiscussi ed ecco l'etica ciclica del momento: "no... l'agnello a Pasqua no. Come fai a strappare un cucciolo alla sua mamma? Sei senza cuore!". E sui social è tutto un fiorire di foto di agnelli allegri... che saltellano nel prato - verdissimo - e corrono incontro alla sua mamma. E' il trionfo dell'amore tra UN tipo di cucciolo e la SUA mamma: l'agnello e la pecora, salvati dai valori della tenerezza e della non-crudeltà. 

Posto che al pranzo pasquale non mangerete l'agnello, mangerete sicuramente altro, ma a me non sembra il trionfo di particolari valori. Per come la vedo io, perdonate la schiettezza, è il trionfo di una moda, passeggera e frivola. E loro, agnello e pecora, sono fortunati beneficiari di questa moda a cui molti aderiscono perché "tutti lo scrivono sui social e lo scrivo anch'io!" In fondo è una cosa bella da condividere...

Esistono persone che per scelta non mangiano un animale per tutta la loro vita, fermi nelle loro scelte a costo di far piangere la nonna con un tegame in mano. Esistono i vegeteriani convinti e full time, sia che vadano ad un matrimonio sia che restino a casa (dove non li vede nessuno).  Poi ci sono i carnivori, seguaci della dieta Paleo - decisamente iperproteica - perché vogliono vivere in quel modo, sono consapevoli di quello che fanno e va bene così. Il punto è che tutte queste persone sono coerenti  e consapevoli, affrontano critiche e complimenti senza nascondersi, e per questo li stimo. Se vi sembra facile provate a conversare con un vegano!

Di fronte al grido "no, l'agnello no!!!" io resto perplessa, perché sono convinta di una cosa: molti di quelli che a Pasqua non mangiano l'agnello per scelta etica, a Pasquetta fanno la fila per mangiare il panino con la salsiccia... la domenica preparano il pollo con le patate o il coniglio al sugo... e non disdegnano seppie arrosto, insalata di polpo, spaghetti all'astice o con le vongole, o ancora il filetto di vitello al pepe verde che è la morte sua! Io vi conosco: siete quelli che ogni venerdi di quaresima non sapete che mettere a tavola! Lasciatevelo dire in tutta onestà: siete degli ipocriti, dei modaioli superficiali. Credete forse che il maiale della salsiccia non abbia - pure lui - una mamma? Come il pollo, il coniglio? O pensate che siano nati sotto un cavolo? 

Ma non è il caso di sentirsi in colpa, anche se mangiate l'agnello a Pasqua. Sappiate che la dieta è un presidio medico e che mangiare è un fatto culturale. E' qualcosa legata a doppio filo a dove siete cresciuti e a quali valori (e non mode) siete stati educati a rispettare. E in questo incide tanto anche la religione. Pensate per un attimo agli ebrei e ai musulmani, oppure agli induisti e alle loro tradizioni alimentari.

I buddisti addirittura sono contro la violenza e non mangiano la carne di un animale ucciso apposta per sfamarsi. La loro cultura religiosa li porta a essere vegetariani. Però vi stupirà sapere che il Dalai Lama in persona ha permesso ai fedeli di mangiare carne qualora un medico ne prescrivesse il consumo per motivi di salute. Persino i monaci buddisti (quanto di più vegetariano si possa immaginare!) vivendo di elemosina, se ricevono come offerta della carne DEVONO mangiarla per onorare quell'offerta, ringraziando chi l'ha prodotta e "pregando e benedicendo quella creatura." 

E noi Cristiani? Noi siamo sempre più complicati dei valori semplici che il nostro credo ci impone. Tuttavia c'è un versetto molto chiaro del Vangelo di Matteo (15,11) che dice: Non quello che entra dalla bocca rende impuro l'uomo, ma quello che ne esce. Ed io aggiungerei che a nostro Signore sta molto a cuore anche la coerenza, cioè quando passiamo dalle parole ai fatti.

E il punto è tutto qua: preoccuparsi di quella creatura, perché noi siamo i custodi del creato. Ce lo ricorda anche Papa Francesco. Ho capito che mangiate un po' di tutto ma che proprio a Pasqua vi sentite più in colpa degli altri giorni. Come volete risolvere questo problema? 

Ci sono due possibilità. La prima: potete cambiare stile di vita, d'altronde Pasqua significa cambiamento, passaggio da una vita vecchia a una nuova. E' una scelta impegnativa ma non impossibile. Da vegetariani non avrete più sensi di colpa e mi sembra davvero un ottimo risultato. Certo, è un grosso impegno e un banco di prova notevole per la vostra motivazione, ma la soddisfazione sarà non indifferente! 

La seconda possibilità, altrettanto impegnativa, è preoccuparsi di quella creatura per davvero: della sua qualità di vita, della sua salute e anche della sua macellazione. Si tratta di prendere posizione rispetto a certi temi. Ad esempio siete favorevoli agli allevamenti meno intensivi? Siete contrari all'uso massiccio di antibiotici e ormoni sugli animali? Ve lo chiedo perché, tolte le persone di buona volontà, ci sono allevatori disonesti, grossisti complici e rivenditori furbi che trovano nella distrazione del consumatore (che siamo noi) l'alibi perfetto per continuare a sfruttare gli animali. 

Perché un consumatore consapevole dovrebbe sapere che le fragole a gennaio non esistono al pari della carne di bovino senza venature di grasso o marezzatura. Per colpa di un consumatore tanto stupido quanto a suo dire "esigente" i polli sono diventati in tutto il mondo i maggiori consumatori di antibiotici e di strani mangimi. Le galline non razzolano più nell'aia sotto il sole perché altrimenti il grasso diventa giallo, la carne diventa più dura e voi non la comprate. Non è dura, è tonica. E' tipica di un animale capace di muoversi e tenersi in piedi. Invece soffrono di osteoporosi, ma per il consumatore "medio(cre)" è un valore aggiunto: così la carne si stacca meglio dalle ossa e a voi sembra più tenera. 

Fatevi solo una domanda: se gli allevamenti degli animali della grande distribuzione fossero dei luoghi meravigliosi che garantiscono la qualità della vita degli animali... che problema avrebbe un allevatore a mostrarlo a dei giornalisti? Sarebbe dell'ottima pubblicità! Forse perché quello che vedreste vi toglierebbe l'appetito o imporrebbe alla vostra coscienza un allevamento più rispettoso. Perché preoccuparsi della "creatura" solo al supermercato è poca roba. Ormai è morta. 

Un impegno concreto potrebbe essere urlare al mondo le vostre scelte vigilando, chiedendo etichette complete e sincere, diffondendo e partecipando a petizioni che dicono chiaramente che voi se la carne è allevata così, o se i prodotti sono fatti di carne separata meccanicamente... voi preferite, tutta la vita, mangiare fagioli! E allora sì che potreste dirvi persone sensibili e custodi del creato.

Comunque vada a tavola, Buona Pasqua. 

P.S. Siccome so di essere stata un po' pesantuccia - ma sono anni che volevo dirlo! - per farmi perdonare concludo con un video divertente. 

Paolo Caiazzo, Chef giapponese 'Ndò: schiacciatina di zebra, secondo l'antica tradizione "nipponica". Non sono sicura che la scelta dell'animale sia stata casuale...






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